Signore e signori,
Sono qui oggi in qualità di storico dell’Europa orientale, e particolarmente storico di massacri e atrocità politiche. Sono lieto di essere stato invitato a informarvi sull’uso del termine “russofobia” da parte di figure politiche dello stato russo. Credo che una simile discussione darà un’idea della natura della guerra di aggressione condotta dalla Russia in Ucraina, così come dell’occupazione illegale del territorio ucraino da parte della Russia. Parlerò brevemente e limiterò le mie osservazioni a due punti.
In primo luogo, il danno arrecato al popolo e alla cultura russi è principalmente il risultato delle politiche della Federazione Russa. Se siamo preoccupati per il danno arrecato ai russi e alla loro cultura, allora dovremmo essere preoccupati per le politiche dello stato russo.
In secondo luogo, il termine “russofobia”, di cui discutiamo oggi, è usato in questa guerra come elemento di propaganda imperiale, in cui l’aggressore finge di essere la vittima. Altrettanto, l’anno scorso questo termine è stato utilizzato per giustificare i crimini di guerra russi in Ucraina.
Permettetemi di iniziare con il primo punto. Quando si parla di “russofobia”, si presume la preoccupazione per il danno inflitto ai russi. Questo è un postulato che ovviamente condivido: condivido questa preoccupazione per i russi. Condivido questa preoccupazione per la cultura russa. Ricordiamo quindi le azioni che, lo scorso anno, hanno causato il maggior danno al popolo russo e alla sua cultura. Ne citerò brevemente dieci.
- Far emigrare i russi più creativi e produttivi. L’invasione russa dell’Ucraina ha costretto circa 750.000 russi a lasciare la Russia, comprese alcune delle persone più creative e produttive. Questo è un danno irreparabile alla cultura russa ed è il risultato della politica russa.
- La distruzione del giornalismo russo indipendente, in modo che i russi non possano capire il mondo che li circonda. Anche questa è una politica russa che sta causando danni irreparabili alla cultura russa.
- Censura generale e repressione della libertà di espressione in Russia. In Ucraina puoi dire quello che vuoi, in russo o in ucraino. In Russia è impossibile. Se tieni in mano un cartello che dice “No alla guerra” in Russia, verrai arrestato e molto probabilmente imprigionato. Se tieni in mano un cartello che dice “No alla guerra” in Ucraina, indipendentemente dalla lingua in cui è scritto, non ti succederà nulla. La Russia è un paese in cui esiste una sola lingua principale e non si può dire molto. L’Ucraina è un paese in cui puoi scegliere tra due lingue e si può dire quello che si vuole. Quando vado in Ucraina, le persone mi raccontano dei crimini di guerra commessi dai russi usando entrambe le lingue, ucraino o russo, come meglio credono.
- L’attacco alla cultura russa attraverso la censura dei libri di testo, l’indebolimento delle istituzioni culturali russe nel paese e la distruzione di musei e organizzazioni non governative dedicate alla storia russa. Tutto questo è la cifra attuale della politica russa.
- Il parallelo tracciato tra la Grande Guerra Patriottica e le guerre di aggressione del 2014 e del 2022 priva le future generazioni di russi della realtà della loro eredità. Questa è ancora l’azione della politica russa. Provoca molti danni alla cultura russa.
- La svalutazione della cultura russa nel mondo e la scomparsa di quello che si chiamava il “russky mir”: il mondo russo all’estero. In passato, molte persone si sono sentite vicine alla Russia e alla cultura russa in Ucraina. Due invasioni russe hanno posto fine a questo. Queste invasioni sono state frutto delle politiche statali russe.
- Il massacro dei russofoni in Ucraina. La guerra di aggressione russa in Ucraina ha ucciso di gran lunga più russofoni di qualsiasi altra azione.
- L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha provocato la morte in massa di cittadini russi che combattevano come soldati nella sua guerra di aggressione. Circa 200.000 russi sono morti o rimasti mutilati. Mandare giovani russi a morire in Ucraina, è stata, ovviamente, una scelta politica russa.
- Crimini di guerra, trauma e colpa. Questa guerra significa che un’intera generazione di giovani russi, i sopravvissuti, si sentiranno coinvolti in crimini di guerra e saranno perseguitati da traumi e sensi di colpa per tutta la vita. Questo è un grave danno per la cultura russa. Tutto questo danno ai russi e alla loro cultura è stato causato dallo stesso governo russo, soprattutto nell’ultimo anno. Pertanto, se siamo sinceramente preoccupati per i danni subiti dai russi, a queste cose dobbiamo pensare. Ma probabilmente la peggiore politica russa nei confronti dei russi è quella che sto per delineare.
- Instillare incessantemente nei russi l’idea che il genocidio sia normale. Lo vediamo nelle ripetute affermazioni del presidente russo secondo cui l’Ucraina non esiste. Lo vediamo nelle fantasie genocide dei media statali russi. Lo vediamo nella propaganda della televisione di stato guardata ogni giorno da milioni o decine di milioni di cittadini russi. Lo vediamo quando la televisione di stato russa presenta gli ucraini come “maiali”. Lo vediamo quando la televisione di stato russa presenta gli ucraini come “parassiti”. Lo vediamo quando la televisione di stato russa presenta gli ucraini come “vermi”. Lo vediamo quando la televisione di stato russa ritrae gli ucraini come “satanisti” o “vampiri”. Lo vediamo quando la televisione di stato russa proclama che i bambini ucraini dovrebbero essere annegati. Lo vediamo quando la televisione di stato russa proclama che le case ucraine dovrebbero essere bruciate insieme ai loro abitanti. Lo vediamo quando le persone intervistate dalla televisione di stato russa dicono: “Non dovrebbero esistere affatto. Dovremmo farli eliminare con i plotoni di esecuzione”. Lo vediamo quando qualcuno dice alla televisione di stato russa: “Ne uccideremo un milione, ne uccideremo cinque milioni, possiamo sterminarli tutti”, vale a dire: tutti gli ucraini.
Se fossimo sinceramente preoccupati per i danni ai russi, saremmo preoccupati per ciò che la politica russa sta facendo ai russi. L’affermazione che gli ucraini sono “russofobi” è solo un ulteriore elemento di incitamento all’odio alla televisione di stato russa. Nei media russi, queste altre affermazioni sugli ucraini sono mescolate con l’affermazione che gli ucraini sono russofobi. Ad esempio, nella dichiarazione alla televisione di stato russa in cui l’oratore propone di sterminare tutti gli ucraini, il ragionamento addotto è che dovrebbero essere sterminati tutti proprio perché mostrano “russofobia”.
Affermare che gli ucraini dovrebbero essere uccisi perché soffrono di una malattia mentale chiamata “russofobia” è dannoso per i russi, perché li educa al genocidio. Ma ovviamente questa affermazione è anche peggiore per gli ucraini.
Questo mi porta al mio secondo punto. Il termine “russofobia” è una strategia retorica che conosciamo dalla storia dell’imperialismo.
Ogni volta che un impero attacca, finge di essere la vittima. La retorica secondo cui gli ucraini sono “russofobi” è usata dallo stato russo per giustificare una guerra di aggressione. La lingua è fondamentale. Ma è il contesto in cui viene utilizzato che conta di più. Ed ecco il contesto: l’invasione russa dell’Ucraina, la distruzione di intere città ucraine, l’esecuzione di leader locali ucraini, la deportazione forzata di bambini ucraini, lo sfollamento di quasi metà della popolazione ucraina, la distruzione di centinaia di ospedali e migliaia di scuole, il deliberato targeting delle forniture di acqua e riscaldamento durante l’inverno. Questo è il contesto. Questo è ciò che realmente accade.
Il termine “russofobia” è usato in questo contesto per affermare che il potere imperiale è la vittima, anche se questo potere imperiale, la Russia, sta conducendo una guerra atroce. Questo è un comportamento tipico della storia: il potere imperiale disumanizza la sua vittima, fingendo di essere lui l’unica vittima. Quando la vera vittima (in questo caso l’Ucraina) si oppone ad attacchi, uccisioni e colonizzazione, l’impero afferma che volere la pace è irragionevole, che è una malattia: una “fobia”.
Questa affermazione che le vittime sono pazze, che sono “fobiche”, che hanno una “fobia”, ha lo scopo di distogliere la nostra attenzione da quanto accede alle vittime nel mondo reale. Un’esperienza di aggressione subita, guerra e atrocità. Il termine “russofobia” è una strategia imperiale progettata per conformare una guerra di aggressione molto reale ai sentimenti degli aggressori, sopprimendo così l’esistenza stessa e l’esperienza vissuta di coloro che sono maggiormente colpiti da questa guerra. L’imperialista dice: “Esistiamo solo noi. Siamo gli unici qui. Siamo noi le vere vittime. La nostra sensibilità ferita conta più delle vite degli altri.
Oggi, i crimini di guerra della Russia in Ucraina possono e saranno valutati dalla legge ucraina – perché avvengono sul territorio ucraino – e dal diritto internazionale. Ad occhio nudo, possiamo vedere che è in atto una guerra di aggressione, crimini contro l’umanità e genocidio.
L’uso della parola “russofobia” in questo contesto, l’affermazione che gli ucraini sono malati di mente piuttosto che vittime di atrocità, è retorica coloniale. Fa parte di una pratica più ampia di incitamento all’odio. Ecco perché questo incontro è importante: ci aiuta a vedere il discorso di odio genocida che la Russia sta portando avanti. L’idea che gli ucraini soffrano di una malattia chiamata “russofobia” è usata come argomento per distruggerli, insieme ad argomenti secondo cui sono “parassiti”, “vermi”, “satanisti”, ecc.
Pretendere di essere la vittima quando in realtà sei l’aggressore non è una difesa. È, infatti, parte integrante del reato. L’incitamento all’odio contro gli ucraini non fa parte della difesa della Federazione Russa o dei suoi cittadini: fa parte dei crimini che i cittadini russi commettono sul territorio ucraino. In questo senso, convocando questo incontro, lo Stato russo ha trovato il modo, ancora una volta, di confessare i propri crimini di guerra. Grazie per l’attenzione.
Attaccato dal rappresentante russo, Timothy Snyder ha ripreso la parola.
Grazie, signor Presidente. È un onore essere tra voi e tra i diplomatici. Il rappresentante russo ha ritenuto opportuno chiedermi quali sono le mie fonti, e sono molto felice di farlo.
Se si fa riferimento alle fonti delle dichiarazioni di alti funzionari della Federazione Russa, rimando il rappresentante russo al sito web del Presidente della Federazione Russa. Lì si possono trovare i discorsi del Presidente della Federazione Russa che negano l’esistenza dell’Ucraina sulla base del fatto che l’Ucraina è stata inventata dai nazisti, negano l’esistenza dell’Ucraina sulla base del fatto che è stata inventata dai comunisti e negano l’esistenza dell’Ucraina in quanto un millennio fa li fu battezzato un vichingo. Non è questo il luogo per commentare la validità storica o la logica di questi argomenti. Sottolineo solo che si tratta di documenti pubblici: sono dichiarazioni del Presidente della Federazione Russa. Allo stesso modo, Dmitry Medvedev, vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, ha usato ripetutamente il tipo di linguaggio genocida discusso oggi sul suo canale Telegram.
Per quanto riguarda le fonti della televisione di stato russa, è molto semplice: stavo citando la televisione di stato russa. La televisione di stato russa è un organo dello stato russo. Come ha affermato il Presidente della Federazione Russa, la televisione di stato russa rappresenta gli interessi nazionali russi. Le dichiarazioni rilasciate dalla televisione di stato russa e da altri media statali sono quindi importanti, non solo come espressione della politica russa, ma anche come prova della motivazione genocida della popolazione russa. Tanto che gli stessi presentatori della televisione russa si sono preoccupati ad alta voce della possibilità di essere perseguiti per crimini di guerra. Quindi rimando il rappresentante della Federazione Russa agli archivi video dei canali televisivi pubblici russi. Per quanto riguarda quelli di voi che non parlano russo, vi rimando all’ottimo lavoro di Julia Davis, fatto sugli archivi televisivi russi.
Se invece la domanda riguarda le fonti delle atrocità compiute dai russi in Ucraina, queste sono ben note e ampiamente documentate. Il modo più semplice per accertarlo sarebbe che lo stato russo consentisse ai giornalisti russi di coprire liberamente gli eventi in Ucraina. Per tutti, il modo più semplice sarebbe andare in Ucraina, un paese che ha un presidente bilingue democraticamente eletto che rappresenta una minoranza nazionale, e chiedere al popolo ucraino di parlare della guerra, in ucraino o in russo. Gli ucraini parlano entrambe le lingue e possono risponderti in entrambe le lingue.
Il rappresentante della Federazione Russa ha ritenuto opportuno attaccare le mie qualifiche. Prendo questo rimprovero fattomi da un rappresentante dello Stato russo come motivo di orgoglio, Si tratta di un dettaglio minore, ma fa parte di un attacco più ampio alla storia e alla cultura russa. Ho dedicato il mio lavoro di storico, tra le altre cose, alla cronaca degli omicidi di massa dei russi, anche durante l’assedio di Leningrado. Durante la mia carriera, sono stato orgoglioso di portare nuovi elementi agli storici ucraini, polacchi e più in generale europei, così come agli storici russi. È un peccato che i principali storici e studiosi russi non siano autorizzati a praticare liberamente la loro disciplina nel proprio paese. È un peccato che organizzazioni come Memorial, che hanno svolto un lavoro eroico per la storia russa, siano ora criminalizzate nel loro paese.
È anche un peccato che le leggi sulla memoria in Russia impediscano qualsiasi discussione aperta sulla storia russa. È un peccato che la parola “Ucraina” sia stata bandita dai libri di scuola russi. Come storico della Russia, non vedo l’ora che arrivi il giorno in cui l’affascinante storia della Russia potrà essere discussa liberamente.
A proposito di storia, il rappresentante russo ha negato l’esistenza della storia ucraina. Rimando il rappresentante russo a studi eccellenti di storici che conoscono sia l’ucraino che il russo, come il recente lavoro del mio collega Serhii Plokhy ad Harvard. Rinvio il grande pubblico al mio corso ad accesso libero sulla storia ucraina a Yale: spero che trasmetterà l’importanza della storia ucraina in modo più eloquente di quanto possa fare qui.
Fondamentalmente, vorrei ringraziare il rappresentante della Russia per avermi aiutato a dimostrare ciò che stavo cercando di spiegare nella mia presentazione. Quello che ho cercato di esprimere è che non spetta al rappresentante di un grande paese dichiarare che un piccolo paese non ha storia. Ciò che il rappresentante russo ci ha appena detto è che ogni volta che gli ucraini, in passato o oggi, affermano di esistere come società, ciò costituisce “ideologia” o “russofobia”. Il rappresentante russo ci ha così aiutato illustrandoci il comportamento che volevo descrivere. Come ho cercato di dimostrare, rifiutare la storia degli altri, o etichettarla come una malattia, è un atteggiamento coloniale con implicazioni genocide. Un impero non ha il diritto di dire che un paese vicino non ha storia. Dire che un paese non ha passato è un discorso di odio genocida. Aiutandoci a tracciare il legame tra le parole ei fatti della Russia, questo incontro sarà dunque stato utile. Grazie per l’attenzione.